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giovedì 27 maggio 2021

I ricordi più belli

 Non sempre le fotografie sono il modo migliore per conservare i ricordi.

Oggi scattiamo milioni di foto e poi trovare quella giusta è come riordinare le carte per fare il 730.

Lo scontrino da 600€ lo trovi solo dopo aver fatto tutto. 

Io riesco a mettere molte più cose in un disegno: metto il tempo che ho trascorso con le persone, i loro difetti e le loro caratteristiche, quel tic che li fa esere buffi, talvolta eppure unici. 

Questa ad esempio è la mia famiglia nel giorno del 50° di matrimonio dei miei genitori. Figli nipoti e animali in rigoroso ordine di comparizione. Non so se sarei riuscita a mettere tutte queste cose in una forografia.


Sempre quest'anno volevamo salutare Julia, che per anni è stata tata e colf e interprete dei sogni di tutta la famiglia e anche di più. Dopo tanti anni è tornata in Ucraina, e sicuramente si è portata via un pezzetto di ciascuno di noi. Così  è nato questo biglietto :  



Poi c'è anche chi un disegno di commemorazione me lo ha commissionato. Ho studiato le fotografie, sta volta si sono state utili, mi sono fatta raccontare le caratteristiche di ciascuno, ho cercato di entrare in famigliarità con i volti e immaginato i caratteri. Ecco il risultato. Va che bella famiglia.  Ora che l'ho conseganta, mi manca un po' ...



venerdì 3 febbraio 2017

riprendere in mano le matite


riprendo in mano un progetto elaborato anni fa, ormai quasi 6.
Il tempo è tiranno se lo lasci spadroneggiare, ma se rimani indifferente al suo scorrere e saldo nei tuoi propositi direi che vederlo passare è un elemento del paesaggio come le condizioni meteorologiche, le fioriture, le nevicate, eccetera.
Non che io sia salda nei miei propositi per mia fermezza. Piuttosto direi che mi son trovata impossibilitata a spostarmi da essi, e il tempo, che se non è tiranno, è gran signore porta con se la saggezza e la rassegnazione a dar corso alle proprie inclinazioni perché ormai si sa di poter sopravvivere anche senza.

Sono tornata alle matite, al segno grafico, che mi permette di controllare meglio l'intensità del tratto e l'espressività del disegno.



Sono tornata allo storyboard, ad avere chiaro il progetto complessivo, ad adoperare solo i colori che mi sembravano più indicati ad esprimere l'atmosfera complessiva del racconto. 
Sono tornata.







lunedì 20 giugno 2016

Lago in vista

Quest'estate la cooperativa Uroburo con cui lavora mia sorella Irene avrà una sede estiva a Intra sul lago Maggiore.
Così abbiamo pensato di proporre una versione lacustre delle nostre tele gioiello.
In attesa che mia sorella completi l'opera ecco un'anteprima del mio lavoro




mercoledì 20 gennaio 2016

La crisi dei colori

I colori mi mettono in difficoltà.
Non so dire perché.
I miei disegni nascono in bianco e nero, o comunque monocromi, e le luci, le ombre, i volumi sono dati dal tratto.
bozzetto per una cartolina
Ma nella mia percezione non sono disegni in bianco e nero, la luce, i colori, io li percepisco quasi come se fossero intrinsechi al soggetto rappresentato e pertanto riprodurli sia pleonastico.
Che poi traducendo significa che non riesco a rendere col colore i colori che io percepisco e immagino nei miei disegni.
schizzo dall'album personale
Mi sembrano colori mal stesi, piatti o addirittura mossi nei punti sbagliati, mi sembra che siano meno nitidi squillanti e necessari di quanto io vorrei.
Insomma al momento di fare un disegno vado in crisi.
il commissario Basettoni, dall'album personale

Re Magio che scruta il cielo, album personale
bozzetto
La prima difficoltà sta nello scegliere la tecnica.
Se riporto un disegno sul foglio definitivo devo sapere se vorrò dare un colore ad acqua, oppure userò dei pastelli o dei pennarelli per poter scegliere la carta giusta.
Poi devo lottare contro l'insopprimibile bisogno di dare ai disegni un contorno a inchiostro, che mi piace molto ma poi mal si sposa coi colori dati ad acrilico, mentre è ideale se voglio darli a computer.
Ma io non sono molto brava col computer, e quando lo adopero mi sembra sempre di andare a rubare in chiesa, di fare una cosa al di sopra delle mie possibilità, e decisamente illecita.
Resisto, non tratteggio il contorno con l'inchiostro, prendo gli acrilici, e un senso di immane fatica, come se trascinassi una
palla di ferro pesa sul mio lavoro. Troppi anni di tentativi vani, di scarsi risultati, di aspettative enormi.
Morale della favola. Non ho ancora trovato la tecnica che va bene per me.
O meglio non ho ancora trovato il modo di dare alla mia tecnica l'investitura ufficiale. Che poi chi ha detto che i disegni debbano essere a colori?


prima, il disegno mi piace 
il disegno non mi piace più :-)

venerdì 4 dicembre 2015

Quei pomeriggi un po' così

Ci sono pomeriggi in cui stravolgere la routine è di fondamentale importanza.
Di solito poi in quei pomeriggi si scopre che anche a concentrare le attività domestiche in mezz'ora si riesce a fare tutto.
Ci sono persone che quando le vedi è come se fossero state sempre lì, ma hanno il potere di ricordarti chi sei anche quando non sei più quella da molto.
Se unisci uno di quei pomeriggi con una di quelle persone ( rare, preziose, immense) con la scusa di dover dare una mano a qualcuno ( se fosse stata una cosa per me , tipo, ad esempio, la testata del mio letto.... non l'avrei fatto..) e per fare questo devi metter mano a matite, gessi,tempere, pennelli, ottieni un'alchimia perfetta. Meglio di qualsiasi zabaione o complesso vitaminico, meglio di qualsiasi ricostituente, toccasana, meglio di tutta la nebbia che c'è in questi giorni.

Così ieri pomeriggio, con Mara, compagna di mille artistiche avventure, abbiamo srotolato un lenzuolo nel mio soggiorno, ( meno male che Mara è saggia e ha portato un telo per proteggere il mio parquet) e abbiamo disegnato e dipinto lo sfondo per una recita scolastica.
Noi ci siamo divertite un mondo, a parte scoprire che le ginocchia di adesso non reggono a stare per terra quanto quelle di vent'anni fa...


Così tra una risata e una chiacchiera, sono emerse due domande fondamentali:
1) ma perchè non lo hanno fatto fare ai bambini della scuola? Si sarebbero divertiti almeno quanto noi.

2) perchè la gente pensa che se sai disegnare hai tempo per far tutto e magari anche ti regalano le matite?

disegno per il comitato feste della scuola di mia figlia

Vi lascio con due cose.
La prima è la nostra faccia soddisfatta e felice, perchè non pensiate che le domande di cui sopra abbiano turbato il nostro lavoro e la nostra contentezza:
io e Mara Bertolazzi sedute nella scenografia casareccia di nostra realizzazione

La seconda è questo video che fa riflettere e sorridere un po' sulla vita di chi.... sa disegnare :)









mercoledì 18 novembre 2015

RITORNO IN BIBLIOTECA

L'anno scolastico è ripartito da un po' e pian piano riprendono le consuetudini.
Come la biblioteca scolastica, che occorre risistemare e ordinare prima che i bambini possano disordinarla nuovamente.
Libri nuovi da inserire, libri da aggiustare, buttare, regalare, vendere, mettere a disposizione degli insegnanti.
L'entusiasmo di chi ritiene che la nostra bella biblioteca meriti di essere amata e frequentata.
Il mio entusiasmo. 
I miei disegni:
quello qui sotto sarà il fronte del tesserino della biblioteca, dove ogni bambino della scuola potrà scrivere i titoli dei libri letti.
Così da tenere a mente un percorso e poi poterlo rivivere nel ricordo, rileggendo i passi fatti.
"cosa si impara" disegno per opuscolo " Ai genitori stranieri" a cura della cooperativa Farsi Prossimo






































Ho deciso di fare lo stesso coi miei disegni, perchè tenerli chiusi nell'hard disk lede la loro stessa dignità comunicativa e poi almeno posso ripercorrere a mia volta il mio percorso e chissà che non capisca dove sono andata a finire.
bozzetto per copertina per giornalino Pagine Giovani, non pubblicato


giovedì 1 ottobre 2015

frutto di fatica

é  ottobre.
mi piace ottobre, i colori caldi delle foglie, l'aria già fresca che sa di montagna lontana e pace, il sole ancora caldo, che non sai come vestirti, quanti strati, quanto pesanti.
Mi piace il colore dei cachi, arancioni sul banco della frutta al mercato.
Mi piace che è l'inizio dell'anno scolastico e tutto ricomincia ed è una seconda chanche nell'anno solare, è il momento di fare quello che ancora non si è riusciti, ma non come una rincorsa sull'ultimo rettilineo, ma come una nuova gara, una nuova partenza, dopo un nuovo, lungo, allenamento. A ottobre poi ci sono ancora scadenze aperte di concorsi di illustrazione, nuove possibilità, che titillano il mio desiderio insopprimibile di essere almeno con un pezzetto di me, parte di quel mondo meraviglioso fatto di immagini e storie, dove tutto è possibile al di là delle leggi della fisica, della chimica, della biologia, della ragione.


Per me autunno ha significato tempo di novità. Sono sbarcata su twitter e instagnam per vedere come funzionano ( e prima o poi lo capirò...).
Per instagram sto maturando una passione speciale.
Forse le fotografie sono quel compromesso tra quello che vedo e le immagini che nascono nella mia mente, senza passare per le mie mani, cioè la mia autostima, il metterci del mio, la paura di fallire, di essere giudicata, di non riuscire. Tutte cose che mi paralizzano.
Però oggi ho anche deciso di sporcarmi le mani col gesso e mi son messa a disegnare.
Ovviamente è stata una cosa veloce e faticosa
ma ecco qua il mio nuovo amico:



venerdì 12 giugno 2015

Non è poi così facile essere Punk

Il Punk, per come la vedo io, dovrebbe essere quella corrente di pensiero, modo di vivere, che proclama la libertà di ciascuno di esprimersi mediante i propri mezzi, qualsiasi essi siano, indipendentemente dalla bravura e al di fuori delle strade socialmente approvate o legittimate.
Probabilmente mi manca la spinta ribelle o di rottura, ma sebbene la mia spinta punk sia volta a rompere gli schemi della mia quotidianità abbrutita nelle incombenze domestiche, quindi comunque restando in un ambito di assoluta legalità, applicare il punk alla mia vita si sta rivelando molto più faticoso di quanto la natura stessa anche giocosa di questa forma culturale farebbe immaginare
I SINTOMI  della mia resistenza sono questi:
1. aumento della fame nervosa con incursioni alla dispensa delle merende ( tanto la scuola è finita e ai bambini non servono più......)
2. incapacità di resistere alla tentazione di stracciare ogni disegno fatto.
3. aumento del tempo perso a non far nulla, incantata davanti allo stendino pieno o davanti alla borsa della palestra pur di far tacere la voce interiore che con molto affetto mi dice: siediti a quel tavolo che hai messo in sala e disegna!
Una cosa l'ho fatta: ed è stato appunto ritagliarmi un angolino di sala per un tavolino e la cassettiera.
il tavolo, in ordine per non creare scompenso in sala..
Ho passato un giorno intero a fare ordine,e buttare e sistemare, e alla fine sono molto contenta del risultato perché il mio tavolino è una misura che non mette ansia.
il mio tavolo "in funzione"
Ho anche studiato 3 progetti che vorrei realizzare : uno per una storia che ho scritto, rielaborando un testo che mi ha colpito e su cui sto meditando da ben 17 anni; altri due vorrei elaborarli per due concorsi, Serpa e Silent Book.
Ma quando mi siedo al tavolo mi sento re Artù coi cavalieri della tavola rotonda, circondata da tutte le voci che abitano dentro la mia testa:
1:- AH! Allora, ti siedi? Vuol dire che NEMMENO OGGI   hai intenzione di piegare le mutande?
2:- Ho fame!
3:-Guarda che mica ti pagano!
4:- Puoi sempre disegnare nel tempo libero! Ora dovresti cercarti un lavoro!
5:- Ho fame!
6:-Guarda che brava che sei! ORA DIMOSTRA DI ESSERE LA PIU' BRAVA DELL'UNIVERSO.
7:- Per essere la più brava dell'universo fai piuttosto schifo.
8:- Ho fame!
9:- I disegni devono essere espressivi, belli, ma esattamente cosa vorresti dire??
10:- ma credi di riuscire a fare altri 15 disegni con questo stile?
11:-Ho fame
12:- Vabbè il Punk, ma tu non puoi credere che sia venuto bene! e se lo vuoi fare proprio male comunque deve essere fatto male in modo che tutti dicano" wow, se questo è fatto male, chissà come sono i suoi disegni quando fa bene!"
Ecco, voi capite bene che ad andare dietro a tutte queste voci non ci si muove più.
Per questo per ora, salvo qualche schizzo, non ho ancora realizzato nulla....

mercoledì 25 marzo 2015

a proposito di Bologna, ovvero la mia piccola eclissi

Quest'anno non andrò alla fiera di Bologna.
La ragione è da ricercare nel fatto che in questo anno trascorso non ho praticamente disegnato.
Ho imbiancato, fatto saponette, tenuto laboratori per bambini su come si fanno le maschere coi sacchetti di carta, fatto cose, letto libri, fatto cartelloni e segnalibri, ma disegnato pochissimo.
L'assenza di una scrivania su cui farlo e di un budget per affittarne una hanno dato un contributo notevole a questo empasse.
Per di più il rovello esistenziale : "può una persona definirsi illustratrice se non ha mai di fatto pubblicato un libro?", in un'epoca come quella attuale in cui ci si raduna in corporazioni virtuali sui social network, giustificando l'appartenenza con la diffusione in rete di immagini proprie, ha bloccato i miei slanci.
La mia vena nordica, fatta di pragmatismo, mi ha spinto tuttavia a rinnovare il mio biglietto da visita, perché ho cambiato mail e ho estinto il sito internet. Così  anche la definizione "illustratore" non comparirà più.
A Bologna non andrò, dunque, ma va bene così.
maschere fatte coi sacchetti di carta






saponette al miele 


martedì 13 gennaio 2015

il naso di Pinoccio


Innanzi tutto buon anno!
Eccomi dopo una lunga intensa pausa.
Tempo fa vi avevo accennato all'intenzione di scrivere qualcosa su Samantha Cristoforetti  l'astronauta italiana attualmente in orbita intorno alla terra.
La sua storia mi ha emozionata, non tanto per i suoi personali risultati  o per il fatto di essere ora nello spazio. La sua storia mi ha emozionata perchè da essa traspare la capacità di perseguire un risultato sul lungo periodo. Da bambina guardava le stelle nel cielo senza luci di Malé. Le vedeva così nitide e vicine che non ha potuto non desiderare di andare lassù un giorno.
Dall'infanzia è passato un po' di tempo  ma il desiderio non è stato accantonato bensì perseguito giorno dopo giorno, e ha alimentato la sua tenacia e la sua capacità di scegliere negli anni cosa studiare.
Nell'epoca dei Talent show una tale capacità di prospettiva è quasi inconcepibile.
Non si è trattato di dimostrare di saper fluttuare telegenicamente nell'aria in assenza di gravità per 3/ 4 settimane di trasmissione televisiva, ma di lavorare con determinazione per acquisire le competenze necessarie a realizzare il sogno di bambina, senza farsi spaventare se per farlo ha dovuto allontanarsi da casa, dall'Italia, usare una lingua diversa, metterci tempo. Il suo sogno alla fine si è realizzato non magicamente,  come in una bella favola, ma durante almeno 30 anni di studio e lavoro, che hanno trasformato la sua stessa vita quotidiana.
Per questo quando mi è stato chiesto di disegnare i segnalibri per la biblioteca scolastica ho voluto dedicarli a lei,  per dare ai bambini un esempio da seguire e un incoraggiamento a perseguire i propri sogni nonostante richiedano un po' di fatica e di pazienza.
Questo è il vero modo di sognare del resto: trasformare la propria vita in vista di un risultato che non smettiamo di credere sia possibile raggiungere.


Avevo proposto 4 diversi soggetti. E' stato scelto il segnalibro con su Samantha. Su questo, come per un gioco, ho voluto sperimentare un timbro componibile acquistato alla lidl, dove mi rifornisco di gadgets imprescindibili.
Vorrei dirvi che la scritta " il naso di pinoccio" è voluta.
In realtà si tratta di un refuso, ma passato il nervoso iniziale, trovo che ci stia bene un errore su un segnalibro con ambizioni così alte. In fondo non solo chi fa tutto giusto ha diritto di sognare. Anche chi, come me, nelle nuvole ci vive sempre, suo malgrado.

martedì 16 dicembre 2014

Un'esperienza commovente

Vorrei raccontarvi l'esperienza di venerdì scorso , quando mi sono recata a scuola , in classe di mia figlia  Valeria, per leggere la storia " i pani d'oro della vecchina", come vi ho accennato qui .
Mi è molto difficile raccogliere le emozioni che questa esperienza mi ha suscitato: vorrei parlarne in modo generico e quasi astratto ma mi rendo conto che non è possibile. Quando si racconta la vita non si può prescindere dal qui e ora.
La ragione per cui mi son trovata a proporre la lettura proprio di questo libro è da ricercare nel lutto grave che ha colpito l'insegnante di mia figlia e in qualche modo tutta la scuola nei giorni di inizio avvento, proprio quando si cominciava a parlare di canti di Natale, feste, addobbi, presepi.
I bambini si sono trovati di fronte al dolore degli adulti dai quali di solito avevano conforto e sostegno. I bambini non sapevano come comportarsi.
La storia dei Pani d'oro coniuga il Natale con la Morte e lo fa in un modo molto profondo.
La morte non è né buona né cattiva: fa il suo lavoro; e la vecchina non è né furba né fortunata: semplicemente compie il suo dovere di pasticcera così come la sua strana amica compie il suo di portar via le persone.
La Morte ha trovato la vecchina di cui si era dimenticata,
disegno di Marzia, II D
I lavoro di entrambe ha senso solo se arriva a compimento.
I bambini hanno capito questo molto bene: la morte è quasi amica, hanno detto.
Quando si toglie il suo mantello nero, nella storia rappresentato come una tuta , é rosa : " proprio come noi!",ha detto qualcuno; " Come: rosa come noi? " ha chiesto un compagno egiziano facendoci sorridere: effettivamente lui non è proprio rosa!
La morte in questa storia è quasi malinconica, ad un tratto, per non aver compiuto il suo dovere, e poi anche si arrabbia come succede a noi quando non riusciamo a fare qualcosa. allora si rimette la sua divisa, sono molti i lavori che occorre svolgere con un vestito apposta: pompiere, poliziotto, dottore, carrozziere, vigile, infermiere. Lei ha il suo mantello nero, " ma non fa paura".
Allora accade una cosa strana, che i bambini hanno capito al volo: la vecchietta ha compassione per la Morte. Una volta finiti tutti i suoi dolci e nascoste in essi le ricette perché chiunque possa rifarli, non ha più bisogno di rimandare la sua partenza, quasi le spiace per la sua amica averla fatta tardare, averla fatta sentire inutile. Così va. Nel libro la vecchietta salta dentro la morte come si entra in una tenda. E di là è tutto bianco, è tutto vuoto: " noi non sappiamo cosa c'è ma magari è bello"!
I bambini hanno ascoltato, con occhi attenti e direi, se non fosse una parola con un' accezione negativa, avidi. Direi che avevano bisogno di quella storia, di quei disegni, di quelle parole. Direi che li stavano aspettando.
La Morte si toglie la divisa e la vecchina che entra nella Morte,
disegno di Marzia IID
Alla fine delle due ore in cui sono rimasta con loro, qualcuno, oltre me e la maestra, aveva gli occhi lucidi di commozione. I bambini, per quanto noi vorremmo fossero solo un vezzo del nostro essere adulti, hanno ancora la capacità di stupirci, se glielo permettiamo.



giovedì 11 dicembre 2014

intermezzo

a volte non scrivo per un po'.
Capita.
Talvolta non scrivo semplicemente perchè non ho nulla da dire.
Altre volte, come succede ultimamente, è perchè mi si affollano molti pensieri e si ingolfano creando un bell'ingorgo nella mia materia grigia, e restano lì imbottigliati.
Avrei voluto scrivere di Samantha Cristoforetti, della sua avventura nello spazio, di come le sia stato dato pochissimo rilievo in televisione, di quanta strada ha dovuto percorrere PRIMA di partire per lo spazio e intraprendere quello che a noi è parso l'INIZIO di una straordinaria avventura.
Avrei voluto scrivere di quanto poca prospettiva sappiamo dare ai nostri figli, che vengon su con l'idea che se hai stoffa lo si capisce dopo 4 settimane di selezione in un talent show.
Ma poi accade che la vita prenda strani risvolti.
E mentre tu festosamente addobbi la tua casa preparandoti al Natale , qualcuno muore. Non necessariamente qualcuno che conosci, la ferita non è necessariamente tua. Ma si crea una disarmonia nella sinfonia del quotidiano e capita che a dover fare i conti con tutto questo sia una bambina di 7 anni che la mattina lascia la casa festosa e a luci intermittenti per trascorrere 8 ore in una classe di scuola austera dove una maestra faticosamente cerca di dare una misura ad una sofferenza incommensurabile.
Così  Samantha resta lassù nello spazio e qua sulla terra ci si ricorda di un libro acquistato chissà quando, ma non tanto tempo fa e che sembra fosse lì ad aspettare di servirti in questo momento.
Il libro è  "I pani d'oro della Vecchina" di cui ho già parlato qui
Non ve ne parlarò nuovamente, per quanto la mia recensione di allora non mi piaccia né mi soddisfi.
Dirò solo che quel libro ha in se qualcosa di profondamente vero, tanto che più lo leggi e più ti parla, più leggi le illustrazioni e più il cuore si riposa. Domani andrò a leggerlo a scuola da Valeria, perchè nel profumo caldo del pane convivono la vita e la morte in un modo che consola e sazia, e i bambini hanno bisogno di sapere questo: che la morte e la vita danzano insieme, abbracciate e nostalgiche una dell'altra. In un disegno più profondo di quanto non ci sia dato di capire, davvero " stupenda è per me la tua sapienza, troppo grande e io non la comprendo", recita il salmo 138.
Poi vi racconterò.
l'alba vista dallo spazio

giovedì 30 ottobre 2014

UrOburo ovvero a volte ritornano

Ormai due anni fa, io e mia sorella, designer orafa, abbiamo dato vita ad un progetto di cooperazione e commistione di mezzi espressivi. 
Abbiamo creato, sul tema dell'Autunno, 6 tavole dipinte ad acrilico, su cui erano inseriti dei gioielli di metallo ( ottone, rame, argento). L'idea era che i gioielli facessero parte del disegno, ma che fosse possibile togliere i gioielli e indossarli. 
Irene e Benedetta Marasco, spilla su acrilico


Da qui una serie di scelte tecniche. Per i gioielli, la scelta più semplice era optare per orecchini e spille. Per il supporto invece abbiamo scelto la tela da olio perché sufficientemente robusta  per reggere il peso del gioiello e facilmente perforabile, insinuando perni e spille nella trama della tela senza danneggiarla.
Queste 6 tele furono esposte nella suggestiva cornice della Fonderia Napoleonica Eugenia, nell'ambito della mostra Sentieri di cui ho parlato qui.
Ora accade che il negozio della cooperativa UrOburo si è tutto rinnovato.
la  vetrina di Uroburo in via Thaon de Revel 21 a Milano


Così domenica c'è stata l'inaugurazione , ( lo so, domenica è già passata... chiedo venia), e per l'occasione sono state nuovamente esposte quattro delle nostre 6 tavole.

le 4 tavole esposte da Uroburo

 Ed è con molta gioia che le ho riviste, un po' come le buone cose di  Gozzano, sebbene queste io le trovi di ottimo gusto.
E le luci della vetrina, il nuovo lustro dato al negozio e la lucentezza dei gioielli intorno, come il lampadario di Nonna Speranza hanno " immillato" le emozioni che si provano a vedere una propria creatura in mostra. 






Le quattro tavole in vendita da UrOburo