martedì 16 dicembre 2014

Un'esperienza commovente

Vorrei raccontarvi l'esperienza di venerdì scorso , quando mi sono recata a scuola , in classe di mia figlia  Valeria, per leggere la storia " i pani d'oro della vecchina", come vi ho accennato qui .
Mi è molto difficile raccogliere le emozioni che questa esperienza mi ha suscitato: vorrei parlarne in modo generico e quasi astratto ma mi rendo conto che non è possibile. Quando si racconta la vita non si può prescindere dal qui e ora.
La ragione per cui mi son trovata a proporre la lettura proprio di questo libro è da ricercare nel lutto grave che ha colpito l'insegnante di mia figlia e in qualche modo tutta la scuola nei giorni di inizio avvento, proprio quando si cominciava a parlare di canti di Natale, feste, addobbi, presepi.
I bambini si sono trovati di fronte al dolore degli adulti dai quali di solito avevano conforto e sostegno. I bambini non sapevano come comportarsi.
La storia dei Pani d'oro coniuga il Natale con la Morte e lo fa in un modo molto profondo.
La morte non è né buona né cattiva: fa il suo lavoro; e la vecchina non è né furba né fortunata: semplicemente compie il suo dovere di pasticcera così come la sua strana amica compie il suo di portar via le persone.
La Morte ha trovato la vecchina di cui si era dimenticata,
disegno di Marzia, II D
I lavoro di entrambe ha senso solo se arriva a compimento.
I bambini hanno capito questo molto bene: la morte è quasi amica, hanno detto.
Quando si toglie il suo mantello nero, nella storia rappresentato come una tuta , é rosa : " proprio come noi!",ha detto qualcuno; " Come: rosa come noi? " ha chiesto un compagno egiziano facendoci sorridere: effettivamente lui non è proprio rosa!
La morte in questa storia è quasi malinconica, ad un tratto, per non aver compiuto il suo dovere, e poi anche si arrabbia come succede a noi quando non riusciamo a fare qualcosa. allora si rimette la sua divisa, sono molti i lavori che occorre svolgere con un vestito apposta: pompiere, poliziotto, dottore, carrozziere, vigile, infermiere. Lei ha il suo mantello nero, " ma non fa paura".
Allora accade una cosa strana, che i bambini hanno capito al volo: la vecchietta ha compassione per la Morte. Una volta finiti tutti i suoi dolci e nascoste in essi le ricette perché chiunque possa rifarli, non ha più bisogno di rimandare la sua partenza, quasi le spiace per la sua amica averla fatta tardare, averla fatta sentire inutile. Così va. Nel libro la vecchietta salta dentro la morte come si entra in una tenda. E di là è tutto bianco, è tutto vuoto: " noi non sappiamo cosa c'è ma magari è bello"!
I bambini hanno ascoltato, con occhi attenti e direi, se non fosse una parola con un' accezione negativa, avidi. Direi che avevano bisogno di quella storia, di quei disegni, di quelle parole. Direi che li stavano aspettando.
La Morte si toglie la divisa e la vecchina che entra nella Morte,
disegno di Marzia IID
Alla fine delle due ore in cui sono rimasta con loro, qualcuno, oltre me e la maestra, aveva gli occhi lucidi di commozione. I bambini, per quanto noi vorremmo fossero solo un vezzo del nostro essere adulti, hanno ancora la capacità di stupirci, se glielo permettiamo.



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