lunedì 29 settembre 2014

Oh, ma se sapeste... ovvero della trama

Quest'anno non parteciperò alla selezione per la fiera di Bologna. Non invierò i disegni per avere il pass gratuito. Non so cosa sarà di me. Fagocitata dall'inserimento di Arianna a scuola materna, infinito, tanto che mi sono chiesta se nelle aule i bambini giochino in assenza di gravità visto che pare si debbano abituare a fermarcisi per 1 ora la prima settimana, 3 ore la seconda, 5 la terza....., con la mente impegnata nelle rivoluzioni da fare in casa, e la mia scrivania strenuamente difesa, faticosamente conquistata, da sgombrare e liberare e collocare altrove, sto pensando molto poco a disegnare, sto pensando che devo dare una svolta alla mia vita.
Mi vengono pensieri sparsi.  Penso al Piccolo Principe.
Lo abbiamo tutti citato moltissimo, riempito lettere e conversazioni di volpi, rose, colore del grano, baobab. Ma quei passaggi sono pronti da usare come le frasi dei cioccolatini. E Saint-Exupery che era scaltro ha messo l'essenziale, proprio sotto gli  occhi di tutti: in prima pagina. Dopo il disegno del cappello/ serpente che ha ingoiato un elefante il libro era finito. Aveva già detto tutto.

Perchè  quel disegno ci dice: 1) quello che mangiamo ci da la forma che gli altri vedono, 2) per quanti elefanti tu possa mangiare, non diventerai mai cappello ma sarai sempre serpente, nel bene e nel male.
Ecco. In questo momento storico io devo ritrovarmi indipendentemente dalla forma che ho assunto agli occhi di tutti nutrendomi di sogni e velleità e responsabilità famigliari.
La vita in fondo  è un romanzo a puntante, in cui non ci si può concedere una pausa nella narrazione. In ogni puntata accade qualcosa. E dirò di più, non è detto che si sappia cosa accadrà nella puntata seguente. La vita è più simile alla storia di Pinocchio, piena di imprevisti e rovesci e avventure e avvenimenti.  Intricata, perché usciva a puntate, a volte ripetitiva, perché la lunghezza dei capitoli doveva essere uguale, avvincente, perché se si perdevano lettori, Collodi avrebbe perso il lavoro.
Per dar l'idea della complessità dell'intreccio vi faccio sentire i resoconti che fa Pinocchio stesso.

Pinocchio letto da Paolo Poli, capitolo 7 dal minuto 2:08

Pinocchio letto da Paolo Poli, capitolo 35 dal minuto 2:41

Il pescecane di Jacovitti, da www.jacovitti.it


Insomma mi sento così. Come Pinocchio. Credevo che sarei tornata a casa, e invece sono finita dentro un enorme pesce cane.


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