Mi vengono pensieri sparsi. Penso al Piccolo Principe.
Lo abbiamo tutti citato moltissimo, riempito lettere e conversazioni di volpi, rose, colore del grano, baobab. Ma quei passaggi sono pronti da usare come le frasi dei cioccolatini. E Saint-Exupery che era scaltro ha messo l'essenziale, proprio sotto gli occhi di tutti: in prima pagina. Dopo il disegno del cappello/ serpente che ha ingoiato un elefante il libro era finito. Aveva già detto tutto.
Perchè quel disegno ci dice: 1) quello che mangiamo ci da la forma che gli altri vedono, 2) per quanti elefanti tu possa mangiare, non diventerai mai cappello ma sarai sempre serpente, nel bene e nel male.
Ecco. In questo momento storico io devo ritrovarmi indipendentemente dalla forma che ho assunto agli occhi di tutti nutrendomi di sogni e velleità e responsabilità famigliari.
La vita in fondo è un romanzo a puntante, in cui non ci si può concedere una pausa nella narrazione. In ogni puntata accade qualcosa. E dirò di più, non è detto che si sappia cosa accadrà nella puntata seguente. La vita è più simile alla storia di Pinocchio, piena di imprevisti e rovesci e avventure e avvenimenti. Intricata, perché usciva a puntate, a volte ripetitiva, perché la lunghezza dei capitoli doveva essere uguale, avvincente, perché se si perdevano lettori, Collodi avrebbe perso il lavoro.
Per dar l'idea della complessità dell'intreccio vi faccio sentire i resoconti che fa Pinocchio stesso.
Pinocchio letto da Paolo Poli, capitolo 7 dal minuto 2:08
Pinocchio letto da Paolo Poli, capitolo 35 dal minuto 2:41
Il pescecane di Jacovitti, da www.jacovitti.it |
Nessun commento:
Posta un commento