martedì 10 dicembre 2013

Elogio del tempo che passa (lento) e va

Recentemente su Facebook la scrittrice Mara Roberti che ho tra i miei contatti, ha postato un articolo sul fatto che in ogni donna latita una Grimilde, pronta ad avventarsi per invidia e per paura di perdere il proprio primato di bellezza, sulle figlie adolescenti in fiore.

Lì per lì ho commentato dicendo che l'adolescenza spesso è presa come meta ultima, e perciò si crea competizione tra generazioni diverse.
Ma anche cercando di restare in guardia dalle possibili derive da matrigna nella relazione con mia figlia, se l'idea di fondo è che il tempo è cattivo, perchè passa, e passando ci deruba di tutto ciò che noi non siamo in grado di afferrare o trattenere, opportunità, successi, realizzazioni ,obbiettivi, bellezza, prima o poi non riuscirò a sottrarmi al confronto.
Allora, io ho 40 anni. La mattina mi guardo allo specchio e sono spesso soddisfatta di quanto vedo molto più di quanto non lo fossi, se mai lo sono stata, a 13 anni, 27 kg 3 figli e 1 marito fa. Perchè è facile essere belli a 13 anni, quando tutte le cellule del tuo corpo sono lì attaccate alla tua spina dorsale e fanno fronte comune contro il  mondo che non conoscono, temono e non desiderano esplorare.
Ma esser belli quando l'entropia comincia a scompaginare l'insieme nell'inesorabile processo che porterà a sparpagliarti come polvere,  quando ogni cellula desidera essere in un posto diverso del mondo, questa è la vera sfida.
L'eterna giovinezza non esiste e cercarla nella lotta contro l'entropia è una strategia perdente. E i risultati sono imbarazzanti operazioni di chirurgia plastica, uso improprio dell'abbigliamento che crea l'effetto"dietro-liceo-davanti-museo", e a volte anche sfumature di tintura per capelli ritenute luminose e invece scivolate nel rosso menopausa.
Il nostro vero nemico non è il tempo ma siamo noi stessi. Quanto più tempo siamo stati capaci di dedicare a cercarci e ad avverarci, tanto più saremo immuni all'andar dei giorni.
Perché non è vero che il tempo cambia le cose, basta guardare cosa accade alle cose grandi, come le montagne, per capire cosa accade a noi nel piccolo, come guardandoci al microscopio: col tempo ci si assesta, si attenuano gli spigoli, si riescono a dissotterrare luoghi nascosti, ma si resta sostanzialmente quello che si è , anzi si diventa quello che si è .
Ed è proprio l'entropia a consentircelo. Perchè tutto ciò che non ci appartiene al nocciolo se ne va, casca, decade, e quel che resta è quello che siamo. Restano i traguardi, le conquiste, quelle raggiunte a fatica a prezzo di tanto sudore e lacrime, quelle che han mosso il nostro cuore e il nostro umore verso l'eterea brezza della felicità.
Restano i segni sul viso, così interessanti come frasi di una storia, la MIA storia, quella che nessun adolescente potrebbe raccontare, ma vorrebbe forse sentirsi raccontare, giusto per capire dove si va , dopo, passata questa fase di sbattimento, dopo, cosa c'è? altro sbattimento per i jeans e il trucco? no dai!
Restano le mani, che invecchiano al tempo giusto, non segnano mai un anno più nè un anno meno, e nessun chirurgo spiana impietosamente, ci avete fatto caso?
E' vero, il corpo è meno stagno e compatto, ma è comodo come una poltrona che ti avvolge, priva della respingente rigidità da materasso ortopedico che non cede di un centimetro per accoglierti.

Intanto però se ne sono andate via anche le paure, e i tanti sogni che in realtà sogni non erano, ma fantasie, e non avrebbero aggiunto una virgola a chi sei ora, perciò ormai non hai bisogno di un corpo che faccia fronte unico, basti tu a tenere il resto del mondo al suo posto.
Cosce chiappe seno e pancia vadano dove vogliono.
Ben venga, e ben se ne vada il tempo, la sostanza non cambia anzi affiora, ed è lì per sorprenderci.


Buona giornata a tutti

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