mercoledì 19 maggio 2021

Perché non ho fatto la veterinaria

 Adoro gli animali.

Mi piacciono sia dal punto di vista estetico, che dal punto di vista etologico. Mi piace studiare gli animali, il loro comportamento, il loro linguaggio.

Ammiro moltissimo una mia cugina che ha studiato tanto i cavalli e applica i principi dell'addestramento etologico. Vederla comunicare con i cavalli è meraviglioso. E anche loro sembra che trovino interessanti tutti i suoi sforzi.

Scherzi a parte, davvero avrei voluto fare veterinaria. 

Ma come spesso succede, soprattutto alle ragazze e soprattutto a quelle romantiche che finiscono per iscriversi al liceo classico nonostante ogni altra ambizione, quando per la prima volta pronunciai la parola " veterinaria" suscitai due reazioni: la prima fu quella di chi si sentì in dovere di dirmi che

bisognava superare 38 esami

c'era un sacco di matematica

bisognava sezionare le rane

gli animali malati non sono belli come quelli sani

per curare i leoni avrei dovuto necessariamente spostarmi da Milano

La seconda reazione fu quella di chi ne approfittò per liberarsi la cantina di tutti i volumi di anatomia patologica equina e patologia della scrofa e del verro. Decine di libri impolverati ormai in modo indelebile che ho durato 30 anni prima di riuscire a rispedirli al mittente.

Nessuna delle due reazioni suscitate mi fu di incoraggiamento, e così ho preferito fare lettere. Era una scelta che apriva tutte le possibilità , un po' come non fare lettere. 

In ogni caso, grazie al disegno, un privilegio posso vantarlo, ed è quello di poter ammirare gli animali, riprodurli sulla carta e farli muovere a mio piacimento.




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