venerdì 28 febbraio 2014

quella fatica buona...

tanti anni fa, in compagnia di qualche amico, mi avventurai per il Portogallo in bicicletta.
Tralascio la parte in cui spiego che la bicicletta era stata comprata al supermercato con i punti della spesa, era un rampichino di prima generazione, in ghisa piena probabilmente, e col cambio a 12 umili rapporti che mi piantava in asso regolarmente quando scalavo le marce dopo una discesa affrontata allegramente per avere un po' di spunto sulla salita seguente.
Ometto anche la parte in cui racconto che ero sempre ultima, date le mie doti atletiche rinomate, e cantavo per consolarmi " Dietro a me non c'è nessuuuno, sono l'ultima in fondoooo" parafrasando "come te non c'è nessuno..."


Il progetto era di percorrere un anello, da Lisbona a Coimbra e ritorno. Dal momento che l'itinerario era pressochè costiero e che alle elementari in geografia io sono sicura di aver letto che le coste sono SEMPRE pianeggianti, io non mi aspettavo che il Portogallo fosse tutto un saliscendi impegnativo.
Però quella era una fatica buona, quella fatica che alla fine ti fa giungere ad un risultato, spesso inatteso.
In questi  giorni è così. Mi alzo e inizio subito a disegnare, a pensare, a lasciar emergere progetti e immagini.La cosa stana è scoprire che non c'è bisogno di perder la mattina a fare i letti e le lavatrici perchè bastano 10 minuti qua e là per far tutto nell'arco della giornata. Anzi, fatte così le faccende scorrono anche via meglio, meno faticosamente. E la sera, quando mi spiaggio sul divano e sono stanca ma ho ancora voglia di leggere e la casa è in ordine ma ho fatto un sacco di cose oltre a quello, mi chiedo: ma prima, quando mi dicevo di non avere tempo per disegnare,  come passavo le mie giornate??

Nessun commento:

Posta un commento