martedì 13 marzo 2012

Bologna è una vecchia signora

coi fianchi un po' molli, diceva Guccini.
Perchè di tortellini non si muore, nè di mortadella, ma hanno degli effetti senza dubbio collaterali.
E poi a Bologna c'è la fiera del libro per bambini.
In marzo,tutti gli anni, per un'intera settimana.
Ci sono editori di ogni dove, alcuni gentili altri proprio no, libri scritti in ogni lingua, immagini per tutti i gusti e nella fiera, come dei tarli, si insinuano loro, gli illustratori. Mendicanti dell'illusione, carichi di progetti di ogni formato, alcuni spavaldi altri timorosi, alcuni in gruppo a farsi coraggio altri solitari e sprovveduti.
Il termine ragionevole per decidere se lasciar perdere il mestiere oppure no è universalmente condiviso: 3 saloni. E tra un salone e l'altro una ridda di buoni propositi e di obiettivi, di sogni, di rospi non da baciare ma da mandar giù.
Io di Fiere ne ho fatte 2.. L'anno scorso però ho saltato per evitare di partorire nello stand della Scuola di Sarmede, o in fila per far vedere le tavole a quelli della OQO.
Così mi trovo a giostrarmi la terza e ultima calata in fiera.La rinvio nuovamente, magari tra ora e l'anno prossimo riuscirò finalmente a dar corpo ai  miei progetti preferiti, quelli che covo lungamente da tempo?
Oppure vado, tra domani e domenica concretizzo qualcosa e me la gioco, se la va la gha i gamb e se no, buona notte a tutti, ci ho provato?
Con questa domanda nel cuore vi saluto e vi auguro sogni d'oro. Almeno quelli.


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