venerdì 1 febbraio 2013

imparare la lezione

Qualche giorno fa, sul blog de Le figure dei libri l'autrice Anna Castagnoli ha pubblicato un post interessante, (come tutte le cose che pubblica, per la verità) in cui raccontava la sua esperienza di lavoro per la realizzazione di magliette per la Città del Sole. Devo dire la verità, inizialmente la lettura mi ha provocato quel senso di orticaria che si prova a leggere le autocelebrazioni, ma poichè sono una lettrice onesta, pian piano ho dovuto accorgermi che l'articolo diceva molto di più di " ah come sono brava", anzi, per la verità "ah come sono brava" ce lo leggevo io, ma non era scritto.
Invece ho trovato una miniera d'oro da cui sono scaturite moltissime riflessioni che vorrei condividere anche per poterne avere una visione completa.
Innanzitutto l'atteggiamento verso il proprio lavoro.
Quello del creativo è un mestiere che mette alla prova l'autostima di chi lo pratica.
Perciò la domanda iniziale è: sei convinta o no, di avere un talento? perchè se la risposta è no, è inutile darsi tanto da fare.
Se la risposta è si, allora ci devi credere davvero e fino in fondo. Basta consolarsi dicendo che " la gente non capiscono la mia arte".
Infatti, e qui la seconda considerazione nata dalla lettura,l'illustratore oltre che con la sua arte ha a che fare anche con un committente.
Perciò non basta essere convinti di avere un dono, occorre saper accordare questo dono con le esigenze di chi richiede la tua opera.
Nessuno pagherebbe un muratore che ti costruisse una casa come se la sente lui e non come la vuoi tu.
Lo stesso è per l'illustrazione.
Terza considerazione: è un lavoro, non un hobby. E di conseguenza occorre professionalità.
Capire le richieste del mercato, studiare le tendenze del settore, lavorare per affinare le proprie doti e renderle elastiche e pronte ad evolversi.
Tutto questo ovviamente, tra un bucato una spesa un giro in palestra, bambini catechismi judo violino compleanni corone e diademi, pranzi e cene e cose così.
Tempi lunghi, ma fecondi indubbiamente. Esco da questa settimana con una consapevolezza diversa nei confronti delle mie velleità artistiche, con molta più voglia di riuscirci davvero, e già lo avverto per la verità nel modo di tenere il mio tavolo, senza più mucchietti di mutande piegate sopra il computer, tanto per dirne una.
Stay tuned, qualcosa succederà!
Pupazzo di neve a testa in giù, di mio figlio Emanuele

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